giovedì 14 dicembre 2006

Piazza Fontana

12 dicembre 2006: nessun imputato per l'anniversario
di Sbancor

Pochi lo noteranno, ma questo è il primo anniversario di Piazza Fontana (17 morti, 84 feriti) in cui non c’è nessun imputato. L’ultimo sul banco degli accusati e peraltro, come ricorda il giudice Guido Salvini, l’unico condannato, era Carlo Digilio, “Zio Otto”, l’armiere di Ordine Nuovo, il primo e unico “pentito”. E’ morto, per uno di quegli strani incroci del destino, il 12 dicembre del 2005. Gli altri sono stati tutti assolti. Assolto Valpreda, morto anch’esso, assolto Freda, assolto Ventura, assolto Delfo Zorzi. A questo punto, se non ci fosse il dolore ancora attuale dei parenti delle vittime e quel ragazzino che era allora nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, che ora è un uomo, ma a cui mancano le gambe, ci sarebbe forse da chiedersi se quella bomba è veramente esplosa. Non c’è più neppure la Banca Nazionale dell’Agricoltura, fagocitata dalle fusioni e acquisizioni che hanno attraversato il mondo del credito.


Intanto le carte del primo processo di Catanzaro sono affidate all’alacre lavoro del tempo (e dei topi). Ricevo una e-mail da vecchi compagni della F.A.I. (Federazione Anarchica Italiana):
“Il 7 Novembre del 2006, il Corriere della Sera ha lanciato un preoccupato allarme sulla sorte degli atti del processo di Piazza Fontana. Questi atti, che contengono le istruttorie, centinaia di fotografie, gli interrogatori, le deposizioni di tanti protagonisti e ogni altra carta rilevante (di cui rappresentano l'originale e l'unica copia esistente), rischiano di deteriorarsi, di finire prima o poi al macero, di divenire più probabilmente inservibili. Per tali ragioni, il Tribunale di Catanzaro ne ha deciso la digitalizzazione, oltre che un riordino logico e cronologico che sopperisca alla confusione in cui versa la loro attuale conservazione. Fin qui tutto bene. I problemi nascono quando il Ministero della Giustizia stanzia 50 mila euro per l'operazione e le ditte che partecipano alla gara d'appalto chiedono ben 85 mila euro. Ciò avveniva nove mesi fa e da allora tutto tace; il tempo passa e la situazione comincia a divenire, per l'appunto, preoccupante.”
Viene data una e-mail per sottoscrivere un appello: info@altracatanzaro.it. E forse fra quelle carte c’è ancora una traccia. Che mancherà agli storici del futuro, perché lo Stato dopo non aver trovato i colpevoli oggi non trova 35.000 euri.

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http://www.carmillaonline.com/archives/2006/12/002060.html#002060

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